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Europa Matematica e Risorgimento Italiano

Scienza e modernità nelle riviste milanesi dell'800: "Il Politecnico" e gli "Annali di fisica, chimica e matematiche"

speaker: Carlo Lacaita (Università di Milano)

abstract: Dagli anni Trenta dell’Ottocento la cultura italiana più attenta alle trasformazioni in atto al di là delle Alpi, sempre più legate all’introduzione e alla diffusione di nuove e complesse tecnologie, va riflettendo sul nesso esistente fra scienza, tecnica e attività produttive.
Chiare testimonianze a riguardo sono offerte sia dai Congressi degli scienziati (1839-1847) sia dalla stampa coeva e dai periodici in particolare, impegnati a suscitare un crescente interesse verso i temi della modernizzazione e dello sviluppo.
La relazione si sofferma su due riviste, considerate particolarmente significative perché programmaticamente volte a favorire la diffusione delle conoscenze scientifiche e delle loro applicazioni.
La prima rivista esaminata sono gli "Annali di fisica, chimica e matematiche", fondata e diretta da Gio. Alessandro Majocchi in collaborazione assidua con Francesco Selmi. Nel corso della sua esistenza (1841-1847) questo periodico si accompagnò ai Congressi degli scienziati (1839-1847), col proposito di incrementare il fervore intellettuale suscitato dalle annuali riunioni, mobilitando scienziati di ogni parte d’Italia all’insegna di un sempre maggiore coordinamento.
La seconda rivista è "Il Politecnico", "repertorio di studj applicati alla prosperità e cultura sociale", fondato nel 1839 e redatto da Carlo Cattaneo fino al 1845, quindi riproposto dallo stesso Cattaneo negli anni dell’unificazione (1860-1862), e portato avanti dall’editore Daelli, dal tecnologo Ernest Stamm e da Francesco Brioschi, il celebre matematico e fondatore del Politecnico di Milano, che, con l’aiuto di validi collaboratori, come Elia Lombardini, Giuseppe Colombo, Luigi Tatti e altri, garantì alla testata una lunga sopravvivenza nell’ambito delle discipline ingegneristiche. Per i gruppi che si espressero attraverso le pagine di queste due riviste, come di altre del periodo, la costruzione della "nuova Italia" e il suo inserimento nell’Europa più avanzata, passavano attraverso lo sviluppo e la diffusione dei saperi "sperimentali" e delle innovazioni produttive, che richiedevano ormai spazi, strumenti, ordinamenti e metodi ben più ampi di quelli presenti nelle vecchie strutture scolastiche e universitarie.


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